Don’t look up


Il 2020 si è dimostrato un grande alleato della mia pigrizia: essendo ultimamente abbastanza difficile andare a cinema, il poter trovare in streaming i film appena usciti è una cosa di cui sono davvero grata.

(Se poi riesco ad andare a cinema stasera dopo due anni, sarà grande festa.)

Insomma, ieri ho visto “Don’t look up”, uno di quei film con “cast stellare” “ommioddio imperdibile” “C A P O L A V O R O”, che poi mi sarebbe dispiaciuto vedere con i sottotitoli russi o sperando che non si bloccasse visto che dura ben più di 72 minuti.

La storia è la nostra, come spesso accade nel cinema: una catastrofe sta per ditruggere il mondo, ma abbiamo finito i Bruce Willis da mandare nello spazio a trivellare il problema.

Abbiamo Leonardo di Caprio, quindi il ballo continua ma ben diversamente dagli anni ’90.

Se facciamo un confronto con Armageddon, gli elementi base sono identici:

. un asteroide
. un gruppo di scienziati
. un presidente USA
. il totale menefreghismo verso qualunque spirito d’iniziativa del resto del mondo
. una bella ragazza in un posto dove l’uomo medio non se l’aspetterebbe mai
. la fine del mondo

Cosa cambia dal 1998 al 2021? Che siamo cresciuti, ormai siamo disillusi e questo il cinema lo rimanda indietro in 4K: è finito il tempo degli sceinziati ascoltati o bruciati vivi, ora loro devono essere sexy, truccati e con un buon pelo sullo stomaco per i successivi meme e conta del click.

La catastrofe non fa più notizia, quello che conta è il dopo: se hai le visualizzazioni ed gli influencer, allora la tua catastrofe può essere presa in considerazione.

Altrimenti no. Che siano 18 giorni o 6 mesi, tutto passa in secondo piano rispetto a elezioni e capitale.

Ora il cinema statunitense credo non abbia più alcuna paura di prendere in giro la sua società: fare il verso di luminari della tecnologia, ammettere che sì, ogni notizia ha il suo fake fan club.

Che le riunioni di gabinetto si fanno bilancio alla mano, e che senza il parere positivo del commercialista non si fa più nulla.

In questa cornice di cinica presa di coscienza, si muovono Leonardo di Caprio, Meryl Streep e Jennifer Lawrence. Sono i protagonisti di questo film corale, in cui tutti i comprimari servono alla crescita dei personaggi. Si pensava un tempo che la fantascienza avrebbe ceduto il passo alla realtà; per fortuna non succederà oggi. Oggi, come per tutte le arti, la realtà viene usata per rendere la fantascienza ancora più verosimile e spero che questo momento storico ci porti altre perle sul piatto.

Qualcosa è cambiato in come ci vediamo e come proiettiamo il nostro IO sullo schermo, e meno male aggiungerei! don’t look up è un film da vedere, un film per farci capire quanto facilmente cadiamo negli slogan e quanto poi diventa difficile gestire la mole di informazioni che altri ci sottopongono, poiché non siamo noi a decidere se il nostro diritto a sapere è abbastanza appetibile per il mercato.

Almeno, potremmo deciderlo, ma siamo troppo succubi dello scroll on.

Perchè, come al solito, moriremo tutti tranne i ricchi.

Ma Di Caprio un po’ meglio degli altri.

Grazie Leo, anche stavolta un finale da brividi

Di ﻮค๒๒

in un cielo di stelle le nostre anime navigano..

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